martedì 8 novembre 2011

Il pane atto secondo......moolti più alveoli!!!


Continuiamo il discorso sul pane con pasta madre. Chi ha letto il mio primo post si sarà sicuramente spaventato, ma vi assicuro che non è nulla di trascendentale una volta trovato il metodo giusto.
Io nel tempo mi sono adattata ai tempi del lievito naturale. Inizialmente mettevo gli ingredienti nella macchina del pane e la programmavo in modo da trovarmi l’impasto pronto quando tornavo da lavoro. Ho notato però che l’impasto a mano è molto più buono e penso sia soprattutto un problema di lievitazione: la forma del cestello della macchina del pane non permette lo stesso respiro che da la ciotola, si formano meno alveoli. Va bene per il pane in cassetta ma non per il pane casareccio!
Avendo capito questo, e sapendo che la pasta madre non avrebbe slievitato, ho deciso di impastare a mano la mattina prima di uscire e di infornarlo la sera tornata da lavoro……..un inferno!!! Avete presente voi l’uscita da casa la mattina con i due nani e un badge da timbrare? Per quanto mio marito in questo mi dia una grossa mano, la piccola vuole solo ed esclusivamente me e il fatto di dividermi con una massa appiccicosa proprio non era sua intenzione. Così mi sono dovuta industriare e ho trovato un mio personalissimo metodo che però funziona: io impasto tutto la sera prima e metto subito la ciotola in frigo. La mattina dopo l’unica cosa che devo fare è tirarla fuori dal frigo. Quando torno dal lavoro (quindi all’incirca 10 ore dopo) trovo la pasta pronta ben lievitata, gli do la forma, la metto in teglia, aspetto una mezz’oretta, faccio i tagli e inforno! Il pane lo mangiamo caldo per cena e la mia piccola mi ha avuto tutta per lei sia la mattina che la sera!
Non salti in mente a nessuno di farlo con il lievito di birra: la pasta dopo 10 ore di lievitazione vi potrebbe venire ad aprire la porta e la puzza di acido vi ucciderebbe. Se volete proprio provare questo metodo con il lievito di birra allora mettetene circa 2 grammi, ma io non assicuro niente!
Dopo questa dissertazione, se qualcuno si fosse convinto a buttarsi nell’impresa del lievito madre, può trovare spiegazioni particolareggiate qui.
Il pane di cui oggi voglio parlare è quello che a me piace tantissimo: tanti buchi e mollica gommosa. E’ quello che a Roma chiamano “casareccio” e che io sarei capace di mangiare a  ogni ora. Vi ho già  parlato dell’alveolatura nel primo post sul pane , ma avevo tralasciato una regola importantissima: più acqua si aggiunge e più alveoli si ottengono, sia in quantità che in dimensione. Logicamente questo tipo di impasto avendo più acqua è più difficile da lavorare rispetto a quell’altro, soprattutto quando lo rivoltiamo sul tavolo. E’ molto più delicato e quindi richiede una certa pratica ed esperienza.

INGREDIENTI
500 g farina manitoba
350 g acqua
1 cucchiaino zucchero
2 cucchiaini sale
2 cucchiai olio
200 g pasta madre (in alternativa 10 g di lievito di birra)

Le dosi del pane, fatta eccezione per l’acqua, non cambiano rispetto al primo post e il procedimento è esattamente lo stesso, ma il risultato è completamente diverso


Io vi consiglio di provare alcune volte con la prima ricetta e poi, una volta presa la mano provare ad aumentare l’acqua fino ad arrivare a questa consistenza.
Con il lievito di birra non vi verrà così alveolato, ma comunque ci si può provare!


2 commenti:

Lo Ziopiero ha detto...

Bello alveolato il tuo pane!
:))

Anonimo ha detto...

Bene, bene..
Ci proverò..!!